domenica 20 luglio 2014

Come rimanere per sempre un eterno innamorato dell'amore


Quando stabilii fermamente che sarebbe stata l'ora di aprire il blog che da tempo molte amiche, e amici, mi suggerivano, avevo da poco lasciato Carla davanti al portone condominiale. Erano le cinque e mezzo del mattino e la guerra col cuore Carla l'aveva persa, sonoramente sconfitta da una polacchina di 24 anni che si era impossessata di corpo e anima di Giancarlo, mio amico da una vita e soprattutto suo marito. E infatti quella sera Carla avrebbe dormito da sola, nel suo appartamentino al terzo piano.Le avrei fatto volentieri compagnia, alla faccia dell'amicizia con Giancarlo, perché Carla mi piace dal primo giorno che la conobbi, presentata a me e alla nostra imperitura compagnia una estate di... cinque?, sì, mi pare cinque anni fa a Milano Marittina da Giancarlo. E chi conosce Carla, beh, sa di cosa parlo.

Ma io sono l'eterno amico, quello che si innamora di tutte le fanciulle sfigate lasciate tradite abbandonate distrutte bistrattate stracciate umiliate di questa terra. Quello da cui puoi tranquillamente andare a piangere una notte intera, perché lui, cioè io, ha un animo sensibile, quasi femminile, e ti capisce.

Certo, io capisco tutte e tutti, e ho un casino di ore, pare sopratutto di notte, a disposizione per ascoltare confessioni e asciugare lacrime. Peccato che spesso (sempre?), io finisca per innamorarmi della fanciulla e che spesso (sempre!) lei non sia innamorata di me.
È dal liceo che la storia si ripete, e poi è proseguita negli anni universitari, e quindi in quelli del lavoro. E siamo arrivati all'oggi, alla soglia dei quasi 40 anni.


Gli altri mettono su famiglia, io mi imbottisco di melatonina per rimettere in ordine il ciclo sonno-veglia e sopportare le notti insonni trascorse con il/la tradito/a o il /la traditore/trice.
Potrei fare l'elenco dei nomi delle ragazze di cui sono stato follemente innamorato e da cui ero immancabilmente freddamente ignorato,  tranne quando si trattava di sfogarsi.
L'espressione classica di abbordaggio era: "Non sai cosa m'è successo... se vuoi stasera ti racconto un po', dai, ci facciamo una pizzata e ti dico tutto. Poi mi consigli, eh, che tu sei il migliore in questo!".

A me la pizza non piace.  Lo giuro. La trovo orrendamente radical - proletaria,  molto famigliola felice che il sabato sera esce e si fa una bella "pizzata" (termime tremendo tanto quanto l'oggetto che vorrebbe indicare). Meglio un'insalata scondita, un panino con la mortadella, meglio la fettina di petto di pollo a bagnomaria.
Però alla "pizzata" andavo, e inizialmente ero quasi lusingato per l'essere stato scelto quale confidente privilegiato, amico del cuore, consigliere intimo della mia amica di turno, a volte abbandonata, a volte tradita, altre volte insoddisfatta, spesso fedifraga, altre volte sfiduciata, ansiosa, timorosa, litigiosa. Mi sembrava che tra me e lei ci fosse quasi una corrispondenza d'amorosi sensi.  Lei era lì con me perché solo io avrei davvero potuto capirla.

Col tempo, si aggiunsero gli amici. Uomini che si aprivano e si confessavano con un altro uomo, io. "Vedi, te lo dico perché ci conosciamo da un casino di tempo..." questa era la formula di approccio, cui seguiva seratona a due superalcolicissima (lui) e infine trasporto a casa (io) dell'amico fatto, strafatto, spesso poco piacevolmente affetto da problemi di stomaco (vomito).
Ma anche in questo caso mi sentivo un privilegiato: i miei amici mi pagavano cene su cene, pur di sfogarsi e ricevere le mie parole consolatrici o ausiliatrici;ero il più richiesto nei casi di tradimenti, abbandoni e soprattutto amori non corrisposti.


Ci ė voluto un po' di tempo, ma poi ho capito. Ho capito che innamorarsi di una che ti piange sulla spalla perché è stracotta di uno che le ha appena detto che vuole lasciarla, significa semplicemente che ci sarà bisogno di due spalle sopra cui piangere, una per lei e una per me. Ho capito che gli uomini che vengono a raccontarti quanto si sentono in colpa per essere andati a letto con la migliore amica della fidanzata, non necessariamente debbono diventare i tuoi migliori amici, ma sono persone che hanno bisogno delle mie parole, della mia stupida e irritante ironia, dei miei spaghetti ai frutti di mare o del mio rhum agricole.
Ho anche capito che a 35 anni, che compirò alla fine di luglio, non credo che mi sposerò più,  anzi farei il wedding planner se potessi, ma sono un "giovane" manager di una importante società di comunicazione e nell'immediato non ho progetti di cambiare lavoro. Dunque, debbo prenderne atto: sarò sempre e soltanto un postino del cuore, forse anche il vostro postino del cuore.

ilpostinodelcuore@gmail.com

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